Giovedì 1 Giugno si è concluso il progetto “imPari a scuola”, promosso dall’Assessorato Istruzione, Sport, Politiche Giovanili, Pari opportunità, Legalità del Comune di Giussano, dall’Agenzia Formazione Orientamento e Lavoro area Metropolitana e dalla Consigliera Provinciale di pari opportunità.
Questo progetto mirava alla valorizzazione delle differenze di genere allo scopo di facilitare una crescita personale equilibrata dei nostri alunni e futuri cittadini, libera da stereotipi che ne possano influenzare negativamente le loro scelte future, sia riguardo alla persona che di crescita professionale.
Il progetto è stato strutturato su due piani d’azione: il primo, finalizzato alla creazione di un gruppo di insegnanti e di genitori sensibile alle tematiche di genere, al fine di progettare ed attuare attività condivise.
Il corpo docente stesso ha quindi seguito una fase di formazione attraverso lezioni che hanno visto la partecipazione in qualità di relatori della Prof.ssa B. Mapelli, del Prof. A. Miceli e della Dott.ssa M. Ghidorzi. Gli stessi relatori hanno curato la preparazione dei genitori interessati ed il loro coinvolgimento nelle tematiche delle pari opportunità.
Il secondo piano d’azione si è rivolto agli studenti stessi, coinvolgendo 4 sezioni delle classi prime (circa 80 ragazzi) che hanno partecipato ad un percorso di approfondimento finalizzato, nella prima parte, alla conoscenza del tema della valorizzazione delle differenze e del rispetto reciproco, e, nella seconda parte, maggiormente rivolto alle pari opportunità professionali e lavorative.
La prima fase è stata condotta dalla Dott.ssa Ghidorzi che, con un dibattito all’interno di ciascuna classe e svolto con modalità (setting) non gerarchiche, ha permesso agli studenti di esprimersi liberamente, senza paura di un giudizio valutativo.
Attraverso la produzione di corti messaggi (scritti su post it), appesi ad una sagoma maschile ed una femminile, ragazzi e ragazze esprimevano brevi considerazione riferite ai pregi e difetti del proprio sesso e rivolte sia alla propria che all’altra componente della classe. Da questo dibattito è emerso un forte desiderio di essere riconosciuti per sé stessi, per le proprie qualità, di essere considerati/e perché “intelligenti” o “comprensivi/e” e non “carine/i” o “forti”. Essere forti può essere una qualità positiva, come nelle competizioni sportive, ma anche un difetto: tale caratteristica è stata anche associata alla prepotenza e al bullismo.
La seconda fase è stata strutturata con una ricerca che riguardava professioni e mestieri del passato, del presente e del futuro. Il futuro voleva essere riferito alle proprie specifiche aspirazioni. Si sono quindi prodotti cartelloni che illustravano uno spaccato del passato, con i mestieri che riflettevano il passaggio da una società contadina ad una prima fase di industrializzazione (le filande). Si è analizzata la transizione attuale, da attività principalmente produttive ad attività che riguardano servizi e/o attività maggiormente qualificate. Nei lavori futuri … … spopola lo YouTubber, ma è stato chiarito e compreso che le possibilità professionali dipendono in primis dalla propria volontà ed impegno più che dalla presenza o meno del cromosoma Y!
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